Il carcinoma di Merkel (CM) è un tumore cutaneo raro, aggressivo e con prognosi infausta. La diagnosi precoce è cruciale per un trattamento radicale, ma in molti casi i pazienti giungono all’osservazione già con metastasi linfonodali. La cellula di origine non è ancora stata identificata con certezza e, nonostante il nome della neoplasia, non vi sono dati certi che essa corrisponda alle cellule di Merkel. L’espressione di immunoglobuline a livello delle cellule tumorali e il riscontro di un riarrangiamento dei geni delle immunoglobuline hanno fatto suggerire che il CM possa derivare da precursori dei linfociti B.
Il carcinoma in situ (CaS) della cute è una neoplasia epiteliale in cui la proliferazione delle cellule neoplastiche rimane confinata all’interno dell’epidermide; il CaS è lesione biologicamente maligna ma priva di capacità metastatica. Da un punto di vista clinico-istologico i CaS della cute si distinguono in: cheratosi attinica, morbo di Bowen, carcinomi in situ dei genitali, cheratosi arsenicali, cheratosi da radiazioni ionizzanti e cheratosi da catrami.
Il carcinoma squamoso (CS) della cute (epitelioma squamoso, spinalioma) è una neoplasia maligna dei cheratinociti con capacità di infiltrare e distruggere le strutture cutanee e sottocutanee ed infine di metastatizzare ai linfonodi ed ai visceri.
Le cheratodermie palmoplantari rappresentano un capitolo vasto e difficile della dermatologia moderna: sono malattie ereditarie o acquisite caratterizzate da un anomalo ispessimento della cute localizzato in sede palmo-plantare. La classificazione delle CPP ereditarie non è semplice e si basa su tre criteri: l’estensione di malattia (CPP “diffuse” e “focali”), la modalità di trasmissione genetica (CPP “dominanti” e “recessive”) e la presenza o meno di sintomi extracutanei associati. Recentemente, si è giunti all’identificazione dei geni responsabili di molte forme di CPP, che ha confermato e/o modificato le classificazioni tradizionali. Per tale motivo, è importante che oggi la diagnosi di CPP avvenga secondo una combinazione del criterio morfologico tradizionale e del test genetico di conferma.
La chirurgia è una forma di terapia delle lesioni cutanee e come tale rientra a pieno titolo tra le competenze dello specialista dermatologo. Negli anni recenti, tuttavia, e particolarmente in Italia, si è assistito a una progressiva “invasione di campo” da parte di specialità contigue, con il tentativo di esautorare il dermatologo dalla pratica di questa disciplina e di confinare il perimetro della specialità in un ambito esclusivamente medico. Esistono tuttavia innegabili evidenze che indicano come il dermatologo sia da considerare come lo specialista di riferimento anche per la terapia chirurgica dermatologica: accuratezza diagnostica, possibilità di scelta tra terapie alternative, “lettura” della lesione.